Almeno una volta nella vita è successo a tutti di sentirsi crollare il mondo addosso; tutte le certezze, tutte le illusioni (che chiamavamo sogni), tutte le prospettive perse in poco tempo.
A posteriori sappiamo che quelle ore difficili sono state proprio quelle nelle quali abbiamo potuto afferrare un’occasione per trasformarci, per cambiare, per cercare qualcosa di nuovo. D’altronde non avevamo scelta, non ci restava altro. Eppure non tutti colgono l’attimo, dovremmo almeno onorare quest’evidenza. Molti, nell’incontrare giorni difficili, si perdono nella domanda: “Perché sta capitando proprio a me?” e sprofondano nel vittimismo, molti altri fan finta di niente, nell’attesa che tutto passi al più presto, e che tutto ritorni come prima.
Chi ha attraversato momenti difficili, e ne è uscito rinnovato, ha saputo far ricorso a quel nucleo di benessere che tutti possediamo, ma che qualcuno riesce ad afferrare, a espandere e a rendere la base stabile su cui ricostruire.
Chi ha attraversato momenti difficili ha imparato che si può chiedere aiuto agli altri, perché non si può fare tutto da soli.
Chi ha attraversato momenti difficili ha imparato che non serve avere fretta, ma piuttosto avere il coraggio di lasciar fare al tempo, stare con se stessi, permettendo che le situazioni ci modellino per renderci plastici.
Per cambiare pelle serve pazienza.
Chi ha attraversato momenti difficili ha imparato che ci sono tecniche, saperi, saggezza, spiritualità a cui aprirsi. Ma chi ha davvero compreso, ha sperimentato che tutti questi non sono modi per astrarsi dal mondo, che non sono vie di fuga, bensì possibilità per discendere ancora di più in quella vita che ha tanto deluso e ferito, eppure che è anche ricca e generosa.
Quali aiuti naturali ci possono supportare in tutto questo? Soprattutto i rimedi che hanno un tropismo specifico per il sistema nervoso, che lo rendono attivo ma non iper-reattivo e che di conseguenza favoriscono un umore stabile in modo da attraversare meglio la crisi.
Tra tanti a nostra disposizione, Bacopa (Bacopa monnieri) e Rodiola (Sedum roseum) sono quelli che sceglierei. La prima placa la mente, le emozioni esacerbate, tranquillizza il cuore e porta una serena lucidità. La seconda accende la gioia di vivere, fa ritrovare l’energia per impegnarsi in qualcosa di nuovo e mai sperimentato, indica la luce che brilla al fondo di un percorso oscuro. Queste piante, chiamate in Occidente “adattogene”, poiché impiegate quando occorre sostenere l’adattamento a nuove dinamiche, provengono entrambe da paesi lontani e fanno parte da centinaia di anni delle etnofarmacopee di quei luoghi.