Guardare, osservare l’armonia, annusare e anche toccare un cibo prima di gustarlo sono gesti a cui non si è abituati, ma che sono invece importanti, perché nutrirsi passa attraverso tutti i sensi. Tra l’altro, capita di trascurare anche il gusto, masticando sommariamente e deglutendo velocemente, poiché troppo spesso i pasti sono consumati di corsa, senza concedersi un attimo.
Vale la pena di darsi una possibilità. Ora è giunto il momento!
Prima di portare alla bocca una pietanza, possiamo provare a seguire questo percorso: respirare profondamente, osservare quel che c’è nel piatto e sentire quale effetto suscita, annusare (quindi portare al naso, prima che alla bocca), se lo si desidera toccare e infine, solo se le precedenti sensazioni sono state soddisfacenti e ci è venuta una bella acquolina in bocca, gustare masticando accuratamente prima di deglutire.
Tutto questo sa di meditazione e in fondo lo è. Ma è anche uno dei più semplici modi per migliorare le scelte alimentari e la digestione.
Un cibo è adatto a noi solo se contemporaneamente tutti i sensi sono concordi e proporrei di introdurre un “senso” in più, ovvero la sensazione che rimane in bocca una volta inghiottito il boccone. Alcuni bellissimi, sofficissimi, profumatissimi cibi lasciano un retrogusto per niente piacevole. Questo è un segnale che qualcosa non torna.
La lentezza meditativa del nutrirsi, lo si sa da sempre, permette a tutti gli organi preposti alla digestione di prepararsi per svolgere il loro compito nel migliore dei modi e come conseguenza non ci si sentirà appesantiti, inaciditi, contratti, sonnolenti. Più lenti vuol anche dire prima di tutto meno cibo e poi anche raggiungere facilmente il senso di sazietà e appagamento.
Infine, in questo modo viene recuperato un rapporto personale e soggettivo con il cibo, si impara a fidarsi sempre più dei propri sensi e del proprio istinto: quello che piace e sentiamo che fa bene, molto spesso è proprio l’alimento più giusto.