Forma e cambiamento: l’insegnamento del cipresso

Conifera sempreverde, il Cipresso è una pianta utilizzata fin dall’antichità.
In esso si mescolano e uniscono l’eterno e il caduco, la morte e la vita.
Ovidio, nelle Metamorfosi, narra che il suo nome deriva dal giovane Ciparisso, il quale, avendo ucciso un cervo a cui era molto affezionato, decise di togliersi la vita. Venne trasformato dagli dei in albero, perennemente in lutto e vicino a quanti soffrono per la perdita di un caro. Divenne un Cipresso. Ancora oggi, queste piante si trovano spesso vicino ai cimiteri, testimoni del ricordo, con le loro chiome serie e rivolte al cielo.
Ma morte e vita sono sorelle, e il Cipresso in quanto sempreverde è anche simbolo dell’immortalità. Presso i romani, era non solo simbolo di vita, ma anche di fertilità e quindi promessa di futuro. Come riferisce il Cattabiani nel suo Florario,  nelle novelle mediorientali simboleggia l’amante e per i persiani il Cipresso rappresentava il fuoco, mentre per i parsi la luce.
Dedicato ad Ade, re dei morti, il Cipresso è stato posto sotto il segno di Saturno, di Giove (secondo Plinio lo scettro di questo dio era fatto di legno di Cipresso) e di Marte, deve quindi portare in sé fissità e forza, verticalità e luce, morte e vita … insomma, il cambiamento.
Dal Cipresso si ottengono due interessanti rimedi: un olio essenziale e una tintura madre, che agiscono migliorando la funzionalità del sistema circolatorio. Sangue e linfa, due liquidi che devono sempre essere in movimento, permettono un continuo fluire della forza vitale e il continuo ricambio a livello dei tessuti. Secondo alcuni approcci, sangue e linfa sarebbero governati dall’Acquario,  segno zodiacale il cui significato sarebbe: “aprirsi al nuovo e al diverso”. Chi ha stasi venose e linfatiche potrebbe chiedersi se le sue gambe si muovono volentieri verso il futuro o sono invece pesanti e gonfie. Da un punto di vista psicosomatico sembra che questa pianta aiuti a prendere decisioni importanti che porteranno grandi cambiamenti nella vita di tutti i giorni.
L’olio essenziale esercita una profonda azione sulla circolazione venosa, è indicato quindi per chi ha problemi alla circolazione di ritorno. E’ un tonico vascolare, utile anche in caso di emorroidi, varici, stasi linfatica, gambe pesanti, piedi gonfi e caldi. Lo si può usare per fare delle frizioni una o due volte al giorno, magari in sinergia con ginepro, lavanda e menta piperita, facendo attenzione a diluirlo in un olio vegetale. Purtroppo è meglio evitarlo durante la gravidanza, soprattutto nei primi tre mesi (esistono rimedi più specifici e sicuri).
In tintura madre il Cipresso può essere utilizzato per proteggere i vasi degli arti inferiori, è utile in caso si sia facili agli ematomi ed è un emostatico. Adatto per contrastare stasi venose, varici, infiammazioni pelviche ed emorroidi. Se ne può fare un uso sia interno che esterno preparando degli impacchi con acqua sterile. Inoltre presenta una leggera nota ormonale che lo rende un ottimo coadiuvante durante l’andropausa e la menopausa, un momento di grandi cambiamenti, quando è necessario aprirsi a nuovi equilibri, ma allo stesso tempo essere saldi e prevenire l’invecchiamento.