Dal mio ultimo viaggio in India

Sono passate un paio di settimane dal mio ultimo soggiorno in India, il tempo giusto per far sedimentare le tante esperienze e farne emergere i frutti. Anche se si è trattato di uno dei viaggi più brevi, le giornate sono state ad alta densità e ho trovato due tesori che mi basteranno per molto tempo.

Il primo riguarda lo scopo di quella città meravigliosa, utopistica e non priva di problemi pratici che si chiama Auroville e che si trova nel sud dell’India, in una bella foresta, cresciuta dove un tempo vi era solo terra rossa. Lo scopo di questa città, che è un esperimento di cittadinanza condivisa sotto il segno dell’evoluzione continua è, secondo le testuali parole di un arzillo ultrasettantenne aurovilliano: “To work toward human unity”. Ovvero sforzarsi di creare l’unità tra le persone nel rispetto della differenza di ognuno.
Ho assistito a qualche screzio e discussione, ed è chiaro che anche loro sono lontani da un’armoniosa convivenza, ma è fuori di ogni dubbio che ci stanno provando, con tutte le loro forze e nonostante i difetti di ognuno.

Mi sono chiesta perché non possiamo provarci anche noi. Certo loro hanno uno scopo condiviso, ma io so di non essere sola qui a desiderare delle relazioni diverse tra esseri umani e mi sono detta che, da parte mia, ci posso provare. Fedeli aiutanti in questo cammino saranno i fiori di Bach, che smusseranno i miei angoli troppo taglienti, arrotonderanno pensieri troppo netti e apriranno la comunicazione. Sono supporti preziosissimi, ai quali consiglio tutti di far ricorso per portare in luce le virtù soggettive, anche le più nascoste.

Il secondo tesoro, è un dono inaspettato e riguarda l’aver finalmente afferrato una pratica yoga che unisca lo Hatha Yoga, mia grande passione da sempre, agli insegnamenti filosofici di Sri Aurobindo e Mère (coloro i quali stanno alla base delle idee e delle aspirazioni di Auroville). La mia pratica si è arricchita di una nuova spinta, di nuovi studi e di nuove sperimentazioni. Da tempo leggo e studio gli insegnamenti di questi due precursori nel campo dell’evoluzione personale e spirituale, ma l’aver finalmente compreso come portare la loro filosofia nella pratica, credetemi, è stata per me una rivelazione. Oltre alle mie lezioni del giovedì sera, inserirò qualche lezione di approfondimento in più e vi aspetto se siete interessati (info qui).

Sri Aurobindo e Mère dicevano: “Tutta la vita è yoga” poiché tutta la vita richiede di essere unificata attorno a un centro cosciente. Ognuno nella sua individualità, con le due differenze e specificità può portare avanti questa ricerca e condividerla con gli altri.

Pura utopia? Forse sì, ma se non diamo ascolto ai sogni e non cerchiamo di realizzarli qui e ora quale panorama ci tocca guardare?