“Ci sono affari senza profitto? Sono quelli da cui il cuore non trae profitto.
C’è un luogo senza pace? E’ quando il cuore non è in pace.
Al centro del cuore, vi è ancora un cuore.
Il proposito precede la dichiarazione.
Dopo il proposito viene l’assunzione di forma.
Dopo questa viene il pensiero.
Dopo il pensiero viene la conoscenza.
In tutti i casi in cui il cuore è occupato da conoscenze formalizzate si perde la vita”. – Guan zi, cap. 37.
Non si tratta di aggiungere sapere al sapere, ma di sviluppare le nostre qualità, il nostro saper prenderci cura di noi stessi e degli altri. Non si tratta di accettare saperi formalizzati come immutabili, per esempio il “corretto” modo di mangiare, la pratica yoga più “giusta e santa” che ci condurrà con grandi fatiche chissà dove, i valori “irrinunciabili” con cui crescere i figli, il “pensiero positivo” a ogni costo, e così via. Tutto questo è arido, rigido, contrario al continuo fluire e mutare della vita. Dissecca il cuore e ci costringe in schemi che ci imbrigliano, facendoci sentire sempre che qualcosa abbiamo sbagliato o al contrario ci fa sentire al sicuro perché ci sentiamo i “primi della classe”, però poi non sappiamo confrontarci con chi vive e pensa in modo diverso da noi. Ci serve maggior morbidezza, maggiore intelligenza, capacità di tornare al proprio centro, in quel luogo pulsante e saggio dove, con pazienza, comprendiamo davvero quale strada percorrere. Anche se questo significa rompere gli schemi, contravvenire alle regole, rischiare di non essere compresi. Fluire come l’acqua.
Un fiore di Bach (che a rigore non è un fiore e già qui mostra il suo portato destabilizzante) è il rimedio per aiutarci a uscire da queste trappole senza cuore. Si tratta di Rock water, l’acqua di roccia, pura e cristallina che, con pazienza, si infiltra nelle nostre regole limitanti e ci libera.