Spesso coloro che non considerano in modo positivo o criticano le teorie proposte dai sistemi di associazioni alimentari, obiettano che esse sono la causa di una diminuzione delle capacità digestive dell’organismo. Al contrario, chi è favorevole scorge nelle difficoltà digestive nient’altro se non la prova che il sistema digerente è stato indebolito da abitudini alimentari che associano in modo disordinato ogni tipo cibo.
In base alla mia esperienza personale e professionale ritengo che sia la varietà e la qualità ad assicurare una buona digestione oltre alla scelta di associare gli alimenti in modo da rispettare le necessità enzimatiche e le caratteristiche individuali di ogni organismo. Certo questo significa diventare più sensibili, ma lo ritengo un aspetto positivo. Infatti, in particolare quando capita di cenare o pranzare fuori casa, questa sensibilità permettere di accorsi presto se quel che si è mangiato non era preparato con la dovuta cura, mal scelto o troppo abbondante. Tuttavia, questo non dovrebbe essere considerato il risultato di un sistema digerente meno funzionante, ma al contrario di uno stomaco e un intestino che sono in grado di individuare velocemente ciò che non è salutare per l’intero organismo e che, come alcune volte capita, abbiamo fatto l’errore di mangiare.
Chi afferma di poter ingerire e digerire qualsiasi cosa, può senza dubbio farlo grazie al suo eccellente fuoco digestivo, un “regalo” della Natura. Oppure i motivi possono essere di altro tipo. Ad esempio non si è ancora sviluppata quella sensibilità necessaria ad individuare cosa accade nel corpo e quindi senza saperlo si stanno accumulando tossine e si sta preparando il momento in cui il sistema digerente presenterà il conto. Oppure, ancora, può darsi che queste persona soffrano di disturbi come mal di testa, problemi cutanei, affaticamento, sbalzi d’umore o altro, che non mettono in relazione a cattive associazioni alimentari.
Per approfondire: D. Pavanello, Le Associazioni alimentari, Xenia Edizioni.