Che si abbia bisogno di molte ore di sonno o di poche dipende dalle caratteristiche tipologiche di ognuno. Come per molti altri aspetti della vita, anche in questo caso, non è importante la quantità di tempo che si trascorre dormendo bensì la qualità.
Dal punto di vista fisiologico, una buona qualità del sonno permette di portare equilibrio a livello ormonale, immunitario e nervoso, ma non solo.
Sappiamo che durante il sonno il corpo attiva le capacità di depurazione e riparazione, e che il nostro cervello a livello non conscio lavora sulle informazioni che ritiene particolarmente importanti cercando di dare coerenza, consolidando i ricordi ed elaborando migliori schemi comportamentali.
Tuttavia, da un punto di vista evolutivo, perdere coscienza e dormire mette il soggetto in una condizione di fragilità e vulnerabilità.
Quindi perché vi è la necessità di mettersi in questa condizione pericolosa per la sopravvivenza?
Quali vantaggi si ottengono dormendo?
Man mano che l’uomo si è evoluto, anche il cervello ha acquisito una sempre maggiore complessità con un numero sempre più consistente di informazioni (coordinate da sempre nuove connessioni sinaptiche).
Questo lavorio genera però anche una quantità di scorie che se non eliminate correttamente sul lungo periodo intaccano la funzionalità del tessuto nervoso causando ossidazione e invecchiamento.
Il cervello deve quindi utilizzare energia per eliminare le sostanze che possono danneggiarlo e si trova quindi a dover alternare due stati: quello di veglia, dove deve gestire le numerose informazioni provenienti dal mondo interno e da quello esterno, e quello del sonno, dove può occuparsi dell’eliminazione di scorie neurotossiche.
Il sonno è quindi il momento migliore per un processo di rinormalizzazione, ringiovanimento e ricalibrazione.
Ma durante il sonno non si eliminano solo le sostanze nocive per i tessuti, e si compiono azioni utili per la nostra mente come ordinare e archiviare, che pure sono una gran bella cosa. Le tradizioni spirituali, sin dall’antico Egitto, insegnano infatti che il sonno è il luogo dove avviene il sogno, quel ponte che mette in comunicazione il mondo degli uomini e quello degli dèi o, se vogliamo dirlo in altro modo (facendo i dovuti distinguo), che mette in comunicazione la nostra parte conscia con quella inconscia.
Ovviamente i sogni non sono tutti uguali, e la pratica naturopatica così come lo Yoga possono offrire strumenti per migliorare la qualità del sonno e del sogno, per rendere il primo maggiormente ristoratore e il secondo maggiormente rivelatore.
Naturopatia e Yoga per un buon sonno
L’uso di fitocomplementi come Passiflora, Papavero dei campi, Biancospino, Griffonia possono favorire il sonno. Ma altrettanto attivi per il benessere del cervello e per fare buoni sogni possono essere rimedi come Schisandra, Avena, Giuggiolo e Albizzia, per non parlare dei rimedi ottenuti dai fiori (come i noti fiori di Bach, ma non solo) e le loro miscele.
Lo Yoga prevede invece una pratica specifica: lo Yoga Nidra, che permette di accedere ad uno stato di rilassamento profondo ma cosciente, in grado di avere effetti positivi durante la sua esecuzione, nella fase di veglia ed anche sul sonno notturno.